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lunedì 17 ottobre 2011

Il Pettirosso




“Vedere un pettirosso nei sogni prelude ad un nuovo inizio pregno di crescita”..questa, in sintesi, l’unica lettura che si ha di questo animale, a livello onirico…ma vediamo perché:

Il pettirosso è emblema del ciclo Morte – Rinascita.

Nella tradizione cristiana il pettirosso è associato sia alla morte-resurrezione di Gesù. E’ di origine medioevale la storia che durante la Crocifissione di Gesù, mentre molti uccelli continuarono a volare nel cielo indifferenti, il pettirosso, preso da pietà, sospese il suo volo e dall’alto guardò il condannato. Poi, non sapendo che altro fare, volò intorno alla testa sanguinante e faticosamente ruppe una spina, togliendola dal capo del Signore.
 Una goccia di sangue gli bagnò le piume del petto che a partire da quel giorno rimase a tutti pettirossi in ricordo di quel gesto generoso.
Molti i quadri della tradizione cristiana di “Madonne con uccellino”, rappresentano il bambin Gesù che tiene in mano, o al laccio, un cardellino o un pettirosso.

Si è sempre assistito ad un "ribattezzamento" in chiave cristiana di culti e riti di matrice pagana, infatti, nonostante la lettura cristiana, la simbologia del pettirosso è prettamente nord europea, anzi per essere più precisi è un simbolo fortemente inserito nel folklore britannico, tanto che il pettirosso è diventato l'emblema dei postini inglesi dell'epoca Vittoriana, essendo loro stessi chiamati Robin (pettirosso in inglese) e vestiti con uniformi rosse, fino al 1960, quando il pettirosso è diventato l'animale simbolo del Regno Unito.
Proprio in Gran Bretagna vi è una storiella “Who Killed Cock Robin?” che, analizzandola un po’, ci aiuta a risalire alle radici e quindi alla lettura approfondita, della simbologia di questo uccellino.

“Who Killed Cock Robin?” fu pubblicata nel 1744 nella raccolta Tommy Thumb’s Pretty Song Book, ma la filastrocca non è che la parte finale di una ballata molto più lunga: la versione integrale venne stampata solo nel 1770.
 Nei secoli si sono mescolate molte varianti, ma in quella più conosciuta Cock Robin (il pettirosso) si innamora di Jenny Wren (lo scricciolo). Viene celebrato il loro matrimonio, dove tutti sono felici, mangiano e  bevono cose deliziose, ma a rovinare la festa entra in scena il cuculo, che vuole portarsi via Jenny Wren. Il passero allora, con arco e frecce, prende la mira per toglierlo di torno, ma sbaglia il colpo e uccide Cock Robin (anche nella realtà il cuculo ruba i nidi già fatti). In altre varianti una lite tra i due uccellini innamorati precede il matrimonio.
Il pettirosso e lo scricciolo sono entrambi uccelli venerati nelle mitologia antica. Lo scricciolo era considerato il re degli uccelli nella mitologia greca, e il più furbo tra essi nella mitologia celtica, mentre il pettirosso era attribuito al dio Thor, il dio del tuono, come effige di tutto ciò che rappresenta il maschile.
Ma ora viene il bello. Lo scricciolo si chiama Jenny Wren: Wren day è il nome irlandese della nostra festa di Santo Stefano (26 dicembre), che, insieme a Natale, corrisponde alle antiche feste del solstizio d’inverno. Nell’antica tradizione celtica uno dei riti di questa festa era… l’uccisione dello scricciolo (!). Tradizione rimasta molto a lungo in Irlanda, da cui il nome Wren day.

Nel suo libro “La dea bianca”, Robert Graves spiega che nella tradizione celtica, la lotta tra le due parti dell’anno, è rappresentata dalla lotta tra il re-agrifoglio (o vischio), che rappresenta l’anno nascente e il re-quercia, che rappresenta l’anno morente. Al solstizio d’inverno il re-agrifoglio vince sul re-quercia, e viceversa per il solstizio d’estate. Nella tradizione orale, una variante di questa lotta è rappresentata dal pettirosso e lo scricciolo, nascosti tra le foglie dei due rispettivi alberi. Lo scricciolo rappresenta l’anno calante, il pettirosso l’anno nuovo.
Ecco che ritroviamo tutti gli elementi: lo scricciolo e il pettirosso, simboli delle due parti dell’anno, il loro matrimonio, simbolo dell’unione mistica tra le due parti (anche nel mito celtico il re-quercia e il re-agrifoglio erano gemelli e uniti simboleggiavano l’anno), la morte di uno dei due uccellini, simbolo della morte dell’anno vecchio, mentre il banchetto descritto può essere quello delle feste del solstizio d’inverno (o d’estate). Il cuculo (uccello primaverile) arriva per portar via l’inverno, rappresentato dallo scricciolo. Una delle due parti dell’anno (il pettirosso) viene uccisa e poi sepolta, e nella filastrocca si da grande spazio al rito di sepoltura, che rappresenta il passaggio necessario alla rinascita della primavera.
 Non è chiaro perché sia il pettirosso a lasciarci le penne e non lo scricciolo, potrebbe essere che con l’accumularsi dei significati nello scambio orale del racconto, il pettirosso e lo scricciolo siano diventati simboli intercambiabili. Ma vi è un’altra cosa da tenere in considerazione: l’interessante credenza inglese che sia compito dei pettirossi seppellire i morti restati senza sepoltura nei boschi! Questo ribaltamento dei significanti - pettirosso che muore/pettirosso che si prende cura dei morti – è tipico delle metamorfosi dei miti nel tempo, ed è anche un meccanismo tipico dei sogni!. Inoltre, per poter raggiungere la resurrezione, vi è la necessità di passare prima attraverso la morte, bisogna chiudere un ciclo per poterne aprire un altro: il pettirosso, antico simbolo dell’anno nuovo, è colui che facilita il passaggio dall’inverno alla rinascita.



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